Cinema & Spettacolo
Vi racconto Fellini
Rimini. Nell’autunno 2003, la prestigiosa Università di Washington ha organizzato uno straordinario evento commemorativo per ricordare il X° anniversario della scomparsa del regista italiano Federico Fellini.
“Nella serata di apertura, un giovane regista americano ha diretto un montaggio che è stato presentato di fronte a un migliaio di persone. il montaggio includeva clip dai film di Fellini e era accompagnato da un tributo musicale di Nino Rota. Separato dal montaggio di Fellini, Eric ha diretto e filmato tutti gli eventi presentati durante la Felliniana e li ha usati nel suo documentario intitolato “Ingrata celebrazione di Fellini”. Il documentario contiene inoltre interviste alle persone che lavorarono con il Maestro, come l’attrice Barbara Steele e il co-sceneggiatore e amico di Fellini, Gianfranco Angelucci. Sono inclusi nel documentario anche esperti che hanno studiato Fellini, come Peter Bondanella, Mario Sesti, Don Young, Frank Burke, Ricardo de Mambro Santos e Alberto Farina. Ho incontrato per i lettori di Vignettopoli-On line, Eric Scott Burritt, il regista che ha realizzato il documentario su Fellini il quale ha di recente apportato dei miglioramenti al suo film che presto verrà presentato sul sito www.fellinidoc.com, dedicato interamente al regista Riminese.
– Com’è nata l’idea di fare un documentario sul regista italiano Federico Fellini?-
-Vorrei cominciare l’intervista dicendo che Federico Fellini non credeva molto nelle interviste, anche se ne ha concesse diverse. Dal canto mio non me ne preoccupo. Ritengo una cosa magica e speciale, il fatto che la mia prima intervista sia con qualcuno che vive a Rimini, la città natale di Fellini. Devo ammettere che non conoscevo molto Fellini prima di intraprendere questo lungo viaggio. Mi ricordo che quando avevo otto o nove anni ( forse anche “otto e mezzo” ) vidi un pezzetto di “Intervista” in televisione. Ancora non ero in grado di apprezzare il talento di Fellini e probabilmente ho cambiato canale per guardare i cartoni animati. Circa dodici anni più tardi, ho conosciuto e apprezzato diversi generi di film. Ricordo di aver visto a diciannove anni “Otto e mezzo” al video noleggio. Era classificato come uno dei più bei film di tutti i tempi. Ho buttato un occhio alla confezione della cassetta VHS e sembrava un po’ strana, ma visto che era considerato un film di qualità, pensai che l’avrei guardato con calma. Di lì a due anni avrei visionato tutti i 24 film di Federico Fellini ( 23 se non consideri “Fellini: diario di un regista”). Nella primavera del 2003, un insegnante mi chiese se ero interessato alla lavorazione del montaggio e del documentario su Fellini. Il montaggio sarebbe stato presentato nella serata di apertura “Felliniana” in onore del decimo anniversario della morte del regista italiano, presso l’Università di Washington. Sapevo che se sceglievo di farlo, ci sarebbe voluto molto tempo ed impegno. Se avessi scelto di accettare il compito assegnatomi, avrei dovuto conoscere tutti i suoi film. Non poteva essere fatto in nessun altro modo. Ho ricevuto così una borsa di studio per fare il montaggio e il documentario e ciò mi ha permesso di accettare la responsabilità di creare questi due progetti.
– Quale metodo hai usato per realizzare il documentario?-
– Per la realizzazione del montaggio ho selezionato scene da tutti i film di Fellini e le ho inserite dentro differenti categorie, in cui ciascuna rappresenta i temi ricorrenti dei suoi film. Tali motivi dominanti includono: i film dentro i film, le donne, la religione cattolica, le strutture, i clown e gli attori che apparivano sempre nei film di Fellini. Il lavoro sul montaggio mi ha impegnato tutta l’estate e l’autunno per completarlo, in tempo per la presentazione nella Meany Hall dell’Università di Washington , di fronte a un migliaio di persone. Riguardare più volte le pellicole di Fellini, mi ha aiutato a capire il suo stile, e ciò ha influenzato il mio documentario e continuerà a farlo nei miei prossimi film. Ho anche letto un libro su Fellini che mi ha aiutato a conoscere meglio la sua personalità e i suoi interessi. –
– Qual è fra i film di Fellini quello che preferisci?-
– Questa è una domanda difficile. E’ come chiedere a un genitore quale figlio ama di più. A parte gli scherzi, il mio film preferito di Fellini è “Otto e mezzo”. Quando l’ho visto la prima volta sono rimasto molto confuso, perché era solo il 4° film di Fellini che avevo visto. Non lo compresi molto. Comunque, lo rividi di nuovo presso un museo di arte in occasione della “Felliniana” e ne afferrai il significato. Ciò accadde dopo aver visto tutti i suoi film e aver letto un libro su Fellini. Otto e mezzo è uno di quei film in cui devi metterci dentro tutto te stesso, altrimenti rimarrai spaesato. Studiare la vita di Fellini e i suoi film, mi è stato utile nella comprensione del film. Inoltre il professore Ricardo de Mambro Santos, mi parlò di questo film anticipatamente e disse che Fellini incollò un appunto sulla macchina da presa che diceva: << Ricorda che questa è tutta una commedia>>. Questa intuizione mi ha guidato alla comprensione del film con uno sguardo più profondo.-
– Quale aspetto della personalità di Fellini hai enfatizzato nel tuo documentario?-
– Il titolo del film ha stimolato in me molte domande. Questa è in parte la ragione per cui mi è venuta l’idea di quel titolo. Se il titolo fosse stato “La Celebrazione di Fellini”, non penso che la gente ci avrebbe riflettuto su. Intitolandolo invece :” Ingrata Celebrazione di Fellini”, sollecita a prestare attenzione al titolo stimolando fortemente la curiosità. Io sto solo imitando il maestro. In un certo senso è una specie di scherzo, perché Fellini non amava le celebrazioni. Egli non avrebbe mai partecipato a una celebrazione maestosa in suo onore. Si è tenuto anche una conferenza accademica su Fellini e la visione dei suoi film alla “Felliniana”, ma credo che avrebbe evitato perfino questi eventi. L’intero documentario si basa sull’ironia, ciò che Fellini amava di più.-
– Quanto tempo hai impiegato per la realizzazione del documentario?-
-Ho iniziato la pre-produzione nel giugno 2003 e a filmare dalla fine di Agosto sino ai primi di Novembre. Io e Wendy Durant, la mia assistente al montaggio, abbiamo registrato le 70 ore di montaggio utilizzando la lunghezza espressa in piedi per prepararlo alla realizzazione.
Nell’estate 2004 ho fatto visita ad un amico in Spagna e ho viaggiato con lui per tutta l’Europa. Al mio ritorno ho diretto da agosto 2004 a marzo 2005. Ho finito la maggior parte dei ritocchi verso i primi di maggio e sto continuando ad apportare dei miglioramenti al mio film documentario. E’stato un lavoro che mi ha portato via molto tempo in cui avrei potuto fare altre cose, ma la ricompensa è avere qualcosa da mostrare al pubblico. E’ piaciuto molto alle persone che hanno preso parte al documentario e agli amici a cui l’ho mostrato. La visione del mio film sarà presentata a breve.-
– Quale segno ha lasciato nella tua vita lo studio della filmografia di Fellini?-
Devo dire che Fellini mi ha senza dubbio fatto capire che il cinema non deve essere confinato a regole e teorie. Secondo me i film di Fellini parlano di spontaneità. Oggi molti film sono prevedibili mentre quelli di Fellini non lo sono affatto, sono rinfrescanti in questo senso. Per quanto riguarda l’aver lasciato un segno nella mia vita, vorrei sottolineare che c’è una citazione di Fellini ( che mi ha raccontato il mio amico Don Young della Don Young archivi Felliniani) che è qualcosa da cui trarrò sempre esempio. Fellini ha detto:<< La nostra mente può formare il modo in cui una cosa o evento si presenterà, perché noi ci comportiamo secondo le nostre aspettative. La cosa più difficile è cominciare. Qualunque sia la cosa che vuoi fare nella vita devi cominciarla.>>
Info e foto concesse gentilmente dalla fondazione@federicofellini.it
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