
Jane legge di notte
La figlia del mercante di seta
La figlia del mercante di seta (Dinah Jefferies,2016)
Durante la mia vacanza estiva nella zona della Carnia, mi sono imbattuta in questo romanzo di Dinah Jefferies, una scrittrice di origine Malesiana di cui non sapevo l’esistenza. Qualcuno ha detto che non è possibile in una vita leggere tutti i libri pubblicati nel mondo, per ovvie ragioni…per fortuna ho incontrato la protagonista di questo romanzo, Nicole e mi sono lasciata travolgere dalla sua vicenda e dalle emozioni che mi suscitava, tanto che ho terminato in soli tre giorni la lettura de La figlia del mercante di seta.
La vicenda si svolge a metà degli anni Cinquanta nella bellissima Hanoi, ove si agitano gli scontri fra il governo francese che pretende ancora di dominare il paese e il popolo vietnamita guidato dai ribelli Vietminh disposto a tutto pur di riavere la propria identità. Nicole e la sorella Sylvie sono le figlie di un facoltoso mercante di seta che si occupa anche di politica, di madre vietnamita e padre francese, la prima ha ereditato la fisionomia materna, mentre la seconda invece ha un aspetto più europeo. È importante sottolineare questo aspetto perché nel romanzo è un elemento chiave per comprendere la psicologia di Nicole, e la rivalità con la sorella che ha radici antiche.
Nicole è istrionica, impulsiva vive le sue emozioni intensamente e si sente il brutto anatroccolo della famiglia, nutre sentimenti di invidia verso la sorella Sylvie, giovane imprenditrice di successo, bellezza eterea e carattere fermo. Ad essere sinceri l’atteggiamento di Sylvie verso Nicole è schiettamente poco empatico e sarcastico, e diversi flash back narrativi ci informano che l’astio fra le due, già provate dalla morte prematura della figura materna, sarebbe stato causato da un grave incidente in cui la piccola Nicole rischiò di annegare. Quest’ultima per quasi tutto il romanzo è convinta che la sorella l’abbia spinta in acqua, con l’intenzione di eliminarla perché la riteneva colpevole della morte di sua madre.
Amore e odio, come direbbe Freud, sono le pulsioni che si alternano freneticamente nelle azioni, nelle scelte e nei sentimenti della protagonista. La figura paterna appare molto legata alle figlie, tuttavia Nicole si sente rifiutata. L’investimento libidico sul padre è tale che Nicole con la sua goffaggine, veri e propri atti mancati, ha bisogno di risvegliare l’attenzione verso di lei. Sylvie, la sorella è un catalizzatore di energia relazionale, tutti la ammirano e la cercano, ma forse anche la donna più corazzata e sicura di sé stessa cela nell’animo delle gravi fragilità? L’autrice ha condito la sua portata con diversi temi narrativi vincenti: il conflitto con la sorella, il dilemma d’amore, la lotta di una giovane donna che vuole emergere e uscire dal guscio corre parallela al desiderio di giustizia sociale del popolo vietnamita.
Melanie Klein in “Invidia e gratitudine” spiega come il funzionamento dell’Io e di conseguenza gli effetti nella personalità adulta siano correlati ai primi processi proiettivi del bambino verso l’oggetto seno materno che viene scisso in oggetto buono e oggetto cattivo rispettivamente quando il bisogno di nutrimento-amore dell’infante viene soddisfatto o meno. Una frustrazione protratta nel tempo e la percezione di un seno avido e cattivo che non nutre porta il bambino a sviluppare sentimenti di invidia e scindere l’oggetto materno disgregandolo dalla sua unitarietà. Un sentimento di invidia reciproca è alla base del rapporto fra le due sorelle. Nel romanzo la madre di Nicole muore di parto, privando la figlia appena nata di quel rapporto indispensabile per poter superare la posizione depressiva e arrivare a uno stato mentale sano e adattivo. La giovane appare più impulsiva e suggestionabile rispetto alla sorella, entrambe comunque provano invidia l’una verso l’altra, il trauma della perdita della madre è vissuto da entrambe con un senso di frustrazione per non aver avuto abbastanza dal genitore superstite (il padre), e Nicole in particolare ha interpretato come attacchi persecutori il comportamento della sorella di qualche anno più grande, convincendosi erroneamente che la volesse affogare. Probabilmente l’aggressione subita a livello fantasmatico da un oggetto seno cattivo, assente, frustrante o intermittente, ha condotto il personaggio a sviluppare sentimenti persecutori verso Sylvie. Non ci è dato di sapere se l’autrice si sia ispirata a un’esperienza personale così traumatica, comunque entrambe le sorelle con sfaccettature diverse e inciampando continuamente nei loro errori, sviluppano a stenti la gratitudine intesa nell’insegnamento di Melanie Klein, quale sentimento indispensabile per la capacità di amare, al fine di stabilire il rapporto con l’oggetto buono e abbandonare gli impulsi distruttivi innati.
Consigliato a chi ama gli amori travolgenti, visto che Nicole dovrà scegliere fra il ribelle Tran e l’americano Mark, agente della CIA che avvicina le sorelle fingendosi un commerciante di seta.
Una storia d’amore che si realizzerà solo dopo che Nicole avrà affrontato l’origine del suo trauma infantile. Un libro che ci parla di una rivalità fra sorelle ma anche dell’affetto che in fondo lega due anime diverse ma simili, Nicole e Sylvie si vogliono bene nonostante tutto e sarà questo amore sommerso a riavvicinarle. Il ritmo nella narrazione non manca e l’autrice aggiunge senza appesantire troppo la trama, quel tocco di senso e sapore olfattivo-gustativo che ben descrive le tradizioni culinarie dei vietnamiti. Come per esempio il caffè all’uovo di seta il preferito di Nicole, un caffè latte con un uovo addensato e caramellato, sembra delizioso…proprio come è questa vicenda condita dal profumo, dai sapori e dalle tumultuose avventure della protagonista nelle strade di Hanoi.
- VIA
- Nez
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