
Jane legge di notte
Emma, un’aspirante femminista
Emma di Jane Austen (1815)
Tutti conoscono i romanzi di Jane Austen, un’altra scrittrice a me cara, che continuo a leggere negli anni, quando mi devo disintossicare da un’atmosfera thriller o dal solito romanzo romantico esistenziale, mi concedo una Austen. Il perno delle sue novelle è sempre la figura femminile, nei suoi rapporti con il familiare e come questo sistema a sua volta interagisce con le usanze della società dell’epoca.
La protagonista, Emma mi piace particolarmente, perché questa volta Jane Austen ha ritratto una donna oltraggiosa a suo modo e rivoluzionaria. In pratica una promettente femminista, se la si osserva in un’ottica contemporanea che ovviamente non poteva rispecchiare la realtà dell’epoca in cui scriveva l’autrice. La nostra Emma si affanna a trovare marito alla dolce Harriet Smith, tenta di sedare i conflitti fra i cognati, ed è molto premurosa verso il padre, afflitto da ansie giustificate dal fatto che è vedovo ed ha troppo tempo libero. Questo è come direbbe Freud solo la punta dell’iceberg.
Ma cosa nasconde questo intensa spinta a sollecitare le vite altrui nella giusta direzione? La giusta direzione sembra essere sempre quella del matrimonio, con un buon partito e non si parla quasi di altro se non fosse che la generosità di Emma cela un non detto emotivo. Emma solo apparentemente accetta e fa sue le convenzioni dell’epoca Vittoriana in base alle quali una donna esiste solo in quanto moglie di, angelo del focolare, al fianco di un uomo rispettabile. Ciò che conta è mostrare un atteggiamento docile e remissivo. Emma trasferisce un odio inconscio verso le sue vittime, mascherato da generosità ed estremo bisogno di far incontrare le persone giuste come nel caso della sprovveduta Harriet, sembra quasi che sistemare l’amica con il papabile Mr. Elton sia una missione di redenzione. Emma non è altro che una femminista repressa, in fondo arrabbiata con i fratelli per la libertà di potere e di espressione che hanno, cosa che lei in più riprese tenta di eguagliare soprattutto quando parla con Mr. Knightley.
Il rapporto con Mr Knightley evidenzia l’ambivalenza di Emma verso la figura maschile, apparentemente vorrebbe accontentare le usanze patriarcali, sulla base delle quali se un uomo presenta una proposta di matrimonio è inammissibile che la prescelta rifiuti. Nella realtà Emma insinua dubbi in Harriet, spinge la sua protetta nella direzione opposta, mostrando un sentimento ostile proprio verso questo sistema.
Quando Knightley l’accusa di aver macchinato tutto, le dice “ammettete questa è opera vostra”, significa che il fratello ha già compreso da un pezzo l’animo ribelle di Emma, sa e lo dice apertamente in diversi passaggi del romanzo che lei è una testa calda, una che salta da una cosa all’altra, una che non vuole lasciarsi domare, afferma durante un dialogo con Mr. Woodhouse “è viziata!”. Se consideriamo che per quell’epoca la figura della femminista non esiste, Emma ci si avvicina parecchio come indole. La comunicazione di Emma è molto direttiva, lei non si giustifica mai in merito alle sue azioni, essendo molto forbita a livello verbale difende le sue ragioni a spada tratta e non si lascia intimorire dalle osservazioni del fratello e dei cognati, aggiunge inoltre che Harriet ora grazie a lei, sa distinguere un gentiluomo da uno che non lo è, ora ha delle speranze, che tradotto in gergo femminista: nessun pretendente ora potrà fregarla, sta a lei e solo a lei decidere chi scegliere!.
Un altro esempio è la difesa a spada tratta di Miss Taylor, la governante che ha fatto da madre e da amica a Emma e alle sue sorelle e in un certo qual modo era anche una compagnia “asessuata” per Mr Woodhouse, rimasto vedovo da molti anni e verso la quale coltivava delle aspettative romantiche. Un bel giorno Miss Taylor accetta la proposta di matrimonio di Mr Weston, sottraendosi dalla condizione di servilismo affettivo che faceva comodo a tutta la famiglia di Emma, quest’ultima nonostante la sofferenza provata per aver perduto la compagnia dell’amica, si rende conto che in quanto donna anche Miss Taylor ha diritto di scegliere la sua felicità, mettendo così a tacere le critiche dei familiari.
Consiglio questo libro come sempre alle anime romantiche, alle fan di Jane Austen che sono tante e probabilmente lo avranno già letto, soprattutto a chi si identifica con Emma : la sua curiosità indomabile, il bisogno di aiutare gli altri, la sua forbita abilità nel districarsi nei problemi più difficili, il bisogno di essere amata che nasconde dietro a un forte atteggiamento di ipercontrollo. Inoltre il paradigma comunicativo di Emma è intrigante, sempre diplomatica nelle sue comunicazioni, non si lascia mai calpestare e difende le sue idee senza rinunciarvi mai.
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