
Janeleggedinotte
Sleeping beauties di Stephen King
Chi sono le belle addormentate? E’ un titolo molto provocatorio e riconduce alla famosa favola dei Fratelli Grimm, chiaro richiamo dark che non è comunque di genere horror, difatti, io stessa, non l’ho trovato per nulla terrificante e lontano anni luce da It e Shining. Ma lo Stephen King che scrive thriller inserendo delle metafore esistenzialiste con elementi che ci permettono di guardare oltre l’apparenza delle cose, mi piace. La fantasia si mescola con il dramma psicologico dei personaggi, inventati dalla penna di uno scrittore che in questo romanzo sembra arrabbiato e deluso dal modo in cui gli uomini trattano le donne in questa società. Dal fatto che siamo tutti consapevoli e indifferenti al tempo stesso. Allora leggendo questa favola thriller, mi sono chiesta e se avesse ragione Eve? Forse Eve non è poi così cattiva, poiché persegue un piano diabolico ma con le giuste finalità. Procediamo con ordine. Le belle addormentate è in realtà un romanzo complesso scritto da Stephen insieme al figlio Owen, in cui i personaggi maschili subiscono uno dopo l’altro, una metamorfosi negativa non appena tutte le donne della cittadina di Dooling cadono in un sonno profondo e irreversibile, causato dall’arrivo di Evie e delle sue falene. Nelle prime duecento pagine si ha la sensazione che il dottor Norcross, psichiatra nel penitenziario di Dooling, sia il deux et machina della storia, nonostante il matrimonio traballante che si focalizza esclusivamente sull’amore dell’unico figlio Jarod.
Il passato depressivo e l’abbandono subito nell’infanzia bussano continuamente nell’anima di Norcross. Mediante diversi flash back (ma occorre stare attenti poiché la struttura narrativa a volte confonde), il lettore conosce la dimensione fragile dello psichiatra, il quale è di certo il buono della storia e ce la mette tutta per fare la cosa giusta.
Le buone premesse non saranno mantenute nemmeno da lui. Egli cercherà di scendere a patti con Evie ma solo per riavere sua moglie, per riprendersi quella felicità apparente di cui è affettivamente dipendente. Gli uomini sono tanti in questo romanzo e tutti crollano psicologicamente quando le donne svaniscono. Useranno la violenza per accedere al carcere dove si è rifugiata Eve, minacceranno e uccideranno chiunque sul loro cammino. Alcuni di loro daranno fuoco alle donne sopite, sembra quasi una vendetta nei confronti del genere femminile che addormentandosi attua una ribellione passiva verso la prepotenza maschile.
A questo punto della vicenda, tutti i personaggi varcano la soglia della follia. Le donne sono indispensabili e il potere di Evie si sta espandendo per tutti gli Stati Uniti, generando il panico. La vera protagonista è lo sceriffo Lila Norcross, onesta e combattiva. Sono i suoi occhi la voce che il lettore deve seguire, per comprendere cosa Stephen e Owen ci stanno raccontando veramente. Si parla di vita e di morte e anche di un mondo perfetto quello edificato dalle donne che non reca danni a nessuno, e un albero magico dove tutto ha inizio. Seguite le azioni di Lila per capire la logica di questo intricato thriller esistenziale.
Consigliato agli amanti del genere thriller esistenziale, di matrice femminista, perché in questo romanzo gli uomini ci fanno davvero una brutta figura dal primo all’ ultimo ed è la visione di Stephen King che prende in carico il dolore e la rabbia di tante donne , che non si sentono apprezzate dai loro partner, che vengono sfruttate nel lavoro, che sono vittima di violenza domestica e dell’ignoranza dei più prepotenti. L’ipotesi di un nuovo mondo al di là dell’albero è un po’ forzata, forse lo scrittore crede che ci sia un universo magico e perfetto in cui le donne possano riscattarsi e vivere serene senza conflitti. Poiché senza uomini. Un romanzo surreale che fa riflettere e nonostante sia stato scritto già da diversi anni è ancora attuale.
Nel podcast janeleggedinotte vi svelerò qualcosa sull’alter ego dello scrittore, in quale personaggio si nasconde Stephen King?
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