
Janeleggedinotte
Resta fino all’ultima canzone di Sofia Ribes
Questa volta ho deciso di uscire un po’ dai miei schemi letterari, per presentarvi un genere di lettura che è molto in voga in questi anni : il contemporary romance. Ammetto che io non sono propriamente una lettrice di romanzi rosa, ma ogni tanto mi concedo qualche divagazione…L’autrice Sofia Ribes ha uno stile narrativo molto originale e diretto, come piace a me. La sua prosa sa essere dolce e rude al medesimo tempo, le parole seguono un ritmo quasi “musicale”, del resto la brava scrittrice possiede una solida formazione in tal senso, e questo background si riflette nel suo stile di scrittura.
Resta fino all’ultima canzone (2021) si presenta come un romance dalle tinte drammatiche ed erotiche, che ha come protagonista indiscussa una giovane testarda e masochista. Per lei la vita è “uno spettacolo impietoso” già dall’incipit del romanzo, si nota il meccanismo psicopatologico della “reiterazione” che tornerà in diverse vesti nella storia. Tutto tende a ripetersi nella vita, gioie e dolori ma questi ultimi non vengono veramente elaborati da Aura, lei evita di affrontare i suoi sbagli, si focalizza solo su quelli che hanno fatto i genitori o presunti tali. Aura è una personalità simil borderline, poiché utilizza come meccanismo di difesa psicologico prevalente l’identificazione proiettiva. In parole semplici, proietta le proprie emozioni disturbanti verso il mondo relazionale, trasferendo colpe e responsabilità in modo arbitrario e mettendo il ricevente nella condizione di provare i medesimi sentimenti negativi. Quindi il suo comportamento è provocatorio, atto a stimolare risposte in tal senso dal suo interlocutore. Vi garantisco che rappresenta un meccanismo mentale molto raffinato e patologico, di solito correlato anche ad altri tipi di disturbi ( secondo i criteri del DSMV). L’autrice infatti lascia questa chicca nell’epilogo, semina qualche indizio sulla fragilità fisica di Aura per tutto il romanzo. Il dubbio verrà chiarito nel finale.
I legami sono importanti nella storia, non possiamo fare a meno di notare quanto Aura cerchi disperatamente quell’attenzione da un padre che non conosce veramente; lui si è fatto un’altra famiglia ed è più arrogante della figlia. Ignora il suo dolore.
Eppure Aura ripete questo dolore in tutte le forme possibili, bisogna essere ciechi per non accorgersene! si ribella, picchia, urla, maledice, piange e poi usa il proprio corpo come strumento di vendetta e di piacere. Un bel mix! Alla morte della madre, Aura viene presa in carico dal padre (il sig. Altobeni) che non ha mai conosciuto, e si trasferisce nella sua lussuosa dimora. Qui incontra un musicista come lei, Tyler Altobeni, in pratica il figlio legittimo del padre di Aura avuto con un’altra donna. Aura si sente letteralmente la “figlia bastarda” e fra i due giovani costretti a convivere, ha inizio una lotta psicologica finalizzata a contrastare gli impulsi reciproci di odio e amore.
Consigliato a : chi cerca una storia emotivamente forte, in cui il dramma personale di una giovane ragazza si intreccia con un passato familiare tutto da chiarire, che è stato determinante nello sviluppo dei suoi problemi caratteriali. La storia d’amore fra alti e bassi, è al centro di un gioco erotico e sadico sotto il profilo verbale, visto che Tyler e Aura si “beccano” in continuazione. Un romanzo ricco di sfaccettature, e che mi sento di consigliare ai lettori che amano le sfide e i dialoghi “forti” fra i personaggi.
- VIA
- Nerina Elena
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