Costume & Società
L’ARMA SOCIALE DEL WEB, LA “SPUTNETICA” A CARO PREZZO.
Brutta cosa l’invidia. Mi auguro che si cominci a dare degli stop significativi alle persone che insultano il Capo dello Stato, Presidente del Consiglio… Criticare o discutere il merito di un politico, visto che li votiamo, non è sbagliato ma fare post specifici, al fine di insultare le figure di riferimento del nostro Paese, è come darsi la zappa sui piedi. Le donne, più degli uomini criticano aspramente la Premier, con insulti ed altro, mi domando una cosa? Ma insultare chi ci governa, sui social, è lecito, legale?…
Dalla satira alla sputnetica e la parola velenosa, diventa un’arma nel Web. Amo i neologismi, mi piace inventarne sempre di nuovi, un vero e proprio allenamento del mio cervello. Sputnetismo non è altri che lo “sputtanamento via Web dal quale, ogni giorno, gente comune e grandi della terra, sono investiti quotidianamente in Internet, nei social. Autori o leoni da tastiera consapevoli e non, sembrano proliferare in rete, senza che nessuno riesca a fermare un malcostume da cui siamo colpiti e colpevoli.
Un comportamento tipico dei social network, dove la cosiddetta “libertà di espressione”, è talmente distorta, da essere diventata, riveduta e “scorretta”: liberta di diffamazione. Aggressione verbale, contenuti denigratori, umilianti, rivolti a persone o istituzioni, che danneggiano l’immagine di una persona, per pura cattiveria, con la consapevolezza che difficilmente, i colpevoli, riusciranno ad essere presi. Siamo tutti in pericolo.
Ognuno di noi, lancia i suoi strali, attraverso il proprio profilo, ben venga la libertà di espressione che ti permette di dire la tua, quando è una critica costruttiva. Le donne, sono le più agguerrite in fatto di dialettica “stellata”, difatti, i peggiori insulti alla Premier, vengono proprio da loro. Banner e dialettica di basso profilo che non si riesce a fermare.
“Meglio sarebbe mettere la propria foto, la propria faccia, prima di criticare in modo così poco gradevole, la Premier. Che sia proprio questo malcostume, ormai insito nel nostro DNA, a far si che l’Italia non decolli verso una migliore qualità della vita?
“Se qualcosa può andare storto, lo farà” (legge di Murphy di Arthur Bloch), questo il leitmotiv dell’Occidente, del nostro Paese. Più sporchiamo la comunicazione, maggiori saranno i rifiuti che la nostra società dovrà smaltire.
Nessuno ha il verbo del comando, se la nostra società si veste di degrado a getto continuo, come volete che vengano su i nostri figli? La colpa è di tutti e se non farà bene, lo sarà anche della Premier, ma a fine Legislatura, quando si sarà concluso il suo mandato elettorale. Siamo talmente tronfi della gonfiatura comunicativa prodotta dalle opposizioni, preoccupati solo di armare le insoddisfazioni e ingiustizie eventualmente subite, della gente e vomitarle al Premer di turno. Una volta la gente leggeva almeno i titoli dei giornali, poco gli articoli, ora, nemmeno quelli. Ci pensano i partiti “contro” a leggere per noi, ciò che loro vogliono che si “legga”.
Fino a quando non verrà il Padreterno a farci la grazia o ci faremo governare da un computer, non potremo dire di essere fuori da uno stillicidio continuo, che deturpa le nostre vite, rendendole inutili e senza speranza di un vero futuro. Chiediamo a chi suona sempre contro, la campana, se amano il proprio Paese (!?).
Nella speranza che comincino a fioccare sanzioni e multe, sia per i proprietari dei Social, sia, per i navigatori in vena di un bullismo esasperato che non arricchisce nessuno ma impoverisce chi lo pratica qualche info da paura.
Offesa alla più alta carica dello Stato
Art. 278 Codice Penale. Reato: Offesa all’onore o al prestigio del Presidente. Sanzione: Reclusione da 1 a 5 anni.
Art. 595 c. p. Reato: Offesa alla reputazione di una persona, specie se pubblica Sanzione: Fino a 3 anni di reclusione o multa fino a €2.065. Se l’offesa avviene a mezzo a stampa o social media è prevista una reclusione fino a 3 anni e una multa fino a €6.000
Vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni e delle Forze Armate
Art. 290 c.p. Reato: Espressioni offensive contro la Repubblica, il Parlamento, il Governo, la Magistratura, le Forze Armate Sanzione: Multa da €1.000 a €5.000 . Basta colpire l’istituzione.




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