Vignettopoli
Gino Strada – Emergency il Nobel per la Pace che la gente chiede a gran voce
Il premio Nobel è un’onorificenza di grande importanza, attribuita ogni anno a persone meritevoli che si sono distinte nei diversi campi della vita e apportato grandi benefici all’umanità. Fondato e intitolato ad Alfred Nobel, industriale svedese e inventore della dinamite, dal 1901 le sue ultime volontà sono sempre state rispettate.
Come avvenga la scelta dei “meritevoli” non c’è dato di saperlo ed anche conoscendone il meccanismo, le cose non cambierebbero. Bisogna solo aspettare e nel frattempo, sperare che prendano in considerazione chi la gente vorrebbe lo ricevesse: Gino Strada. Un uomo che da sedici anni ha creato una realtà che sta affascinando tutto il mondo per la sua opera umanitaria volta a curare le vittime dei conflitti di guerra. Il medico milanese e fondatore di Emergency, è l’esempio lampante di quello che si deve o dovrebbe fare e che non si fa nei confronti dei più deboli, degli emerginati, gli esclusi.
“Negli ospedali, posti di primo soccorso e centri sanitari che abbiamo costruito e gestito in 15 Paesi, abbiamo fino ad oggi curato con passione e competenza oltre 4 milioni di pazienti.
Questi risultati sono stati raggiunti grazie all’impegno di migliaia di volontari in Italia e di centinaia di medici, infermieri, tecnici con varie competenze, che hanno deciso di contribuire con la propria professionalità alle nostre missioni in Afganistan, Cambogia, Sierra Leone, Sudan, Iraq… Abbiamo ancora bisogno di professionisti che vogliano diventare compagni di viaggio di Emergency nel percorso di pratica quotidiana del diritto a essere curati. Sarà per tutti l’occasione per una straordinaria esperienza umana e professionale”. Gino Strada
Gino Strada è nato a Milano, laureato in medicina e specializzato in chirurgia d’urgenza. Un chirurgo di guerra. Ha lavorato con la Croce Rossa internazionale e poi, creando l’associazione a favore delle vittime delle guerre civili nel 1994: Emergency (Life Support of Civilian War Victims) L’obiettivo di Emergency è fornire assistenza e aiuto alle vittime civili dei conflitti di guerra con medici preparati e volontari, addestrare personale sul territorio per riuscire a far fronte alle necessità mediche, chirurgiche e riabilitative e non ultima, divulgare la cultura della pace. Un’organizzazione umanitaria internazionale e privata ma aperta a tutti e senza colore politico o ideologie, se non quello di portare aiuto e pace. Sette gli ospedali nati da questa grande avventura, e venticinque punti di pronto soccorso nei territori di guerra: Kurdistan iracheno, Ruanda, Cambogia… Da sedici anni, ogni due minuti, i medici di Emergency curano le vittime dei conflitti bellici, e Gino Strada è sempre in prima fila.
Prendere esempio da un uomo come lui, non è un onore ma un dovere per noi abitanti di questa società malata, che pare si sia persa dietro le stupidate di gente di basso profilo, dove l’obiettivo non è fare gli interessi dei più deboli ma i propri. A Gino Strada dovrebbero andare, non uno ma mille premi Nobel per la Pace; nessuno meglio di lui sta dimostrando da sedici anni, di avere la volontà di volerla davvero. Il frastuono di pochi stolti, azzera o soffoca le azioni di gente come Strada che attenendosi fedelmente al giuramento di Ippocrate, lo onora, ogni giorno. Consegnargli un premio così prestigioso, aumenterebbe d’importanza le finalità che si era prefissato il fondatore del premio stesso, Albert Nobel.
In Facebook, sono numerosissimi i gruppi che vogliono un Nobel per Gino Strada. Lo vuole la gente comune, chi ha compreso che è grazie a uomini come lui, la “parola” esprime il giusto significato. “Per Gino Strada e Emergency Premio Nobel per la Pace 2011” l’ultimo tra i tanti gruppi nati in FB a favore di questo premio, ha raccolto nel giro di pochi giorni oltre 7000 persone. Persone con desiderio di Pace per un uomo che ben conosce il valore della stessa e il significato enorme per chi non ce l’ha. Un Nobel, non per una speranza di Pace ma per un’azione ad ampio respiro umanitario che possa coinvolgere sempre più uomini e donne, aiutandoli a ritrovare la strada della solidarietà e non della guerra.