Editoriale
Chi ha paura del lupo cattivo?
Chi ha paura del lupo cattivo? Tutti? Nessuno? Il popolo curdo, fiero combattente che, ha messo tra le file del suo esercito per combattere e vincere l’ISIS, anche le sue donne? A questa domanda posso rispondere senza timore di smentita. Il popolo curdo non ha paura, nonostante la storia ci dica che dopo gli ebrei, sono il popolo più perseguitato da motivi religiosi.
Prima dell’occupazione araba si praticava la religione zoroastriana e nel territorio del Kurdistan erano presenti le comunità ebraiche e cristiane, poi arrivò la religione musulmana- arrivata secondo il “ l’Islam è arrivato con la punta della spada e i curdi dopo tante lunghe sanguinose guerre si sono convertiti alla religione musulmana”.
Oggi la maggioranza del popolo curdo, professa la religione musulmana e nel sud-est del Kurdistan, la musulmana sciita. Inoltre, c’è un 5% che professa la religione cristiano-caldea e una minoranza di curdi che seguono religione Yezida.
Prima del 1991, prima dell’autonomia del Kurdistan, in Iraq se un musulmano osava convertirsi alla religione cristiana, rischiava la pena di morte; sempre nel paese iraqeno sotto il dominio dello sconfitto Sadam, se dalla religione Cristiano ci si convertiva a quella Musulmana, si ricevevano dei benefici.
Oggi il Kurdistan iracheno non nega più la religione Cristina e molte sono le persone che si sono convertite dalla religione Musulmana a quella Cristian ma il popolo curdo, permette la libero professare di una religione diversa da quella seguita dalla maggioranza del popolo curdo.
Nel 1920, la storia contemporanea sancisce, con il Trattato di Sévres del 10 agosto 1920, con gli articoli 62-63-64, si riconosceva e legittimava l’esistenza del Popolo Curdo. Il Kurdistan diveniva autonomo e indipendente. A questo punto, viene dal chiedersi del come mai i curdi, non riescono ad avere pace e a vivere in pace? A causa del petrolio. Il trattato di Sèvres non fu mai applicato, proprio a causa dei giacimenti trovati nel Kirkuk -territorio del Kurdistan iraqueno- che riacutizzarono i problemi già esistenti ma che sembravano essere stati superati proprio con la firma del Trattato di Sèvres. Tre anni dopo a Losanna, il trattato mai applicato, venne sostituito per la paura della reazione dell’impero Ottomano, da quello stilato a Losanna del 24 luglio 1923. Si rimangiarono quasi tutto, ma non ci fu più il riconoscimento dello Stato del Kurdistan, per buona pace dei firmatari che firmandolo, diedero il la, in tutte le aree del Paese curdo, rivolte e battaglie, inoltre, si costituirono organizzazioni e partiti curdi per riaffermare la presenza del popolo curdo e la libertà di esistere con il proposito di affermare la propria autonomia. Schek Mahumud Hafid , re dei curdi del tempo, rifiutò l’annessione del Kurdistan all’Iraq, elesse il suo regno a Sulaymania. Riuscì , per ben due volte a sconfiggere l’esercito britannico, reo a quel tempo, di non premettere il diritto ad esistere di un intero popolo. Ma nel luglio 1924 fu sconfitto in una tra le più sanguinose guerre che la storia contemporanea possa ricordare e di cui, pochi conoscono i dettagli politici. L’esercito britannico in alleanza con quello iraqeno, sconfisse i curdi, assoggettandoli ad un dominio perverso. Oggi, i curdi, ancora tentano di rigettare la supremazia di gente che li vorrebbe alle corde e, con fierezza e coraggio- quello che manca alla nostra Europa, che di tutto si fregia, tranne di mostrare il polso e la supremazia di un’alleanza tra Paesi per portare avanti cose giuste e che non vadano a discapito di interi popoli.
Azzerare la storia di un popolo è come smettere di parlarne. Difatti, non ne parla quasi mai nessuno a tinte forti e titoli cubitali. Ma sono proprio loro che si sono schierati e hanno fronteggiato e sconfitto la prima paura dell’Occidente contemporaneo, l’esercito dell’ISIS.