Obsessed (ossessionata)
La pellicola di Steve Shill affronta in una lettura originale, il problema dello stalking, nel quale la vittima non è una donna, come accade nella maggior parte dei casi, ma un uomo. “Stalking” significa “inseguimento”, rimanda all’atto del pedinamento e indica un grave reato alla persona caratterizzato da comportamenti assillanti e atti persecutori che includono oltre a violenza fisica, anche comunicazioni verbali o scritte continuate nel tempo, e che lascia la vittima in uno stato psicologico devastato, per cui si sente”braccata” e senza via di uscita.
Derek Charles è felicemente sposato con l’avvenente e gelosa Sharon, prima collega di lavoro, diventata poi moglie a tempo pieno. La coppia ha da un anno avuto un bambino, e l’esperienza della maternità/paternità non sembra aver incrinato l’equilibrio della coppia cinematografica, l’affinità fra i due appare evidente. Derek ricopre il ruolo di dirigente in un’importante azienda della città, è affabile e manifesta un atteggiamento vincente. Un giorno, l’azienda per cui lavora assume una stagista per la sostituzione di un dipendente malato. La donna, bionda e dal fisico longilineo, si chiama Lisa e fin da subito cerca di entrare nelle grazie di Derek, mostrando di essere una collaboratrice efficiente e simpatica. L’uomo sottovaluta le attenzioni della stagista, la quale fin dai primi giorni del suo incarico, ha un modo di fare civettuolo e troppo confidenziale per non destare sospetti. Eppure Derek non se ne accorge. Perché?
Il personaggio maschile, narcisista e per via del ruolo di prestigio che ricopre, considera le persone che lavorano con lui, delle naturali estensioni del suo Ego. E’ inconsapevolmente imprigionato dentro il gioco del business man, che si potrebbe riassumere con: “ Sono vincente e tutti mi amano!”. In più di un’occasione, Derek avrebbe potuto distaccarsi dal suo gioco narcisista, per esempio quando Lisa gli manda messaggi personali e musica da ascoltare sul PC, lui risponde sorridente e lusingato e accetta pensando di fare soltanto un gesto amichevole. Certo, non si può dire che il personaggio maschile, abbia provocato la stalker, perché non lo fa in nessun modo, semplicemente pecca d’ingenuità e si comporta come la maggior parte delle persone farebbe in quella situazione. Quando un gesto amichevole e sessualmente disinteressato diventa agli occhi dell’altro un segno di disponibilità? In realtà assume tale connotazione, solo quando dall’altra parte c’è la volontà di interpretare un input del tutto irrilevante, nel suo esatto contrario.
Lisa, soffre di un’ossessione patologica verso un uomo che ha intravisto per pochi minuti. Cruciale, secondo il mio punto di vista, è la scena in cui la stagista incontra per la prima volta Derek, nei corridoi dello stabile. Un sorriso accennato dell’uomo e un atteggiamento gentile per risposta a un’informazione chiesta dalla donna, sono niente per chiunque, al contrario fondamentali per la protagonista “negativa” femminile. E’ in quella manciata di secondi, che ha inizio nella mente di Lisa il gioco allucinatorio su Derek, che chiamerei: “ Lui, mi vuole!”. L’altro diventa oggetto di un amore malato, un sentimento che nella realtà non esiste, che nemmeno si può chiamare amore perché fra Derek e Lisa non c’è una relazione di matrice affettiva, soltanto un’idea ossessiva che si autoalimenta giorno dopo giorno. Nella mente di Lisa, c’è un pensiero disfunzionale, che la spinge a percorrere una strada destinata al sicuro fallimento, in cui la riposta che riceverà dall’altro sarà un rifiuto. Lisa sviluppa un’ossessione e tale si prende gioco di lei, perché ogni tentativo di avvicinare la preda d’amore, sarà vano e autodistruttivo. Il pensiero disfunzionale che la porta, a interpretare in modo errato le intenzioni di Derek, è: ” Lui mi ama!”; quest’ossessione d’amore patologica, si connota di comportamenti sadici e persecutori verso l’uomo. In modo graduale, Lisa pedina Derek prima sul luogo di lavoro e poi al di fuori di esso. La prima occasione per sedurre Derek si presenta durante la festa di Natale della ditta, Lisa lo segue in bagno proponendogli un rapporto sessuale. Lui respinge le avances e scappa via dalla festa immediatamente.
Lisa, forte della sua convinzione patologica non accetta il rifiuto, così il giorno seguente attende Derek in garage ed entra di sorpresa nella sua macchina. Derek si arrabbia e spiega alla donna che non è interessato, arriva persino a sbatterla fuori dal veicolo. Lisa ovviamente rincara la dose, e insegue Derek a un convegno di lavoro fuori città, lo droga e si fa trovare nuda nella sua camera d’albergo. Per l’ennesima volta, Derek dice di no. La donna replica accusando Derek di averla illusa e di averle detto che l’ama. Nella mente della stalker, il pensiero ossessivo verso Derek diventa delirante, poiché costruisce una realtà che non esiste, attribuendo all’uomo parole e intenzioni mai espresse. La personalità borderline di Lisa, emerge chiaramente quando dopo aver utilizzato esasperanti acting out, (meccanismo di difesa che utilizza l’azione e l’impulso per affrontare una situazione che genera disagio psicologico) Lisa fa un gesto estremo, tenta il suicidio e si fa trovare senza sensi nella camera di Derek, come a voler dire “Sei tu che mi hai ridotto così”. La proiezione massiccia di Lisa sulla vittima sortisce degli effetti devastanti. La moglie di Derek, Sharon lo butta fuori di casa, accecata dalla gelosia non crede all’innocenza del marito. Il vissuto emotivo della vittima è caratterizzato da rabbia, disperazione e senso di colpa. Pur non avendo tradito Sharon, la vittima si sente “colpevole” di qualcosa, colpevole per non averle detto subito delle attenzioni eccessive della stagista, colpevole di aver taciuto l’episodio del garage, colpevole di aver dato forse un sorriso di troppo, colpevole di aver sottovalutato il rischio, colpevole di non esserlo per nulla.
In questo esempio cinematografico, la vittima (Derek) è caduta dentro il mondo allucinatorio del carnefice (Lisa), ha subito le sue proiezioni che l’hanno patologicamente legato a uno schema relazionale in cui oltre a sentirsi oggetto di aggressione, deve giustificare le proprie azioni.
Nonostante i danni provocati da Lisa, Sharon decide di dare un’altra chance a Derek. Il nucleo familiare è ricomposto, la stagista ha abbandonato il lavoro e tutto sembra essere tornato alla normalità. Caratteristica peculiare dello stalker, radice quindi della sua ossessione è la perseveranza nel comportamento patologico, anche dopo lunghi periodi di silenzio può tornare a perseguitare la sua vittima. Nel caso cinematografico, mostra, infatti, la stalker –Lisa, intrufolarsi in casa di Derek e signora, e prendere il piccolo Kyle. Il bambino della coppia diventa parte del delirio di Lisa, la quale in una scena, lo prende in braccio e lo coccola come se fosse suo. Il Sé è scisso, in questa scena l’idea ossessiva di avere Derek, si trasforma nel desiderio di essere la madre di suo figlio, al tempo stesso, il desiderio di mostrare il suo potere narcisista prende il sopravvento e il bambino diventa lo strumento di una vendetta annunciata. Lisa prende il piccolo Kyle, e lo nasconde nella macchina di Derek, dove poi i genitori lo ritroveranno con il faccino sporco di rossetto rosso. Un gesto che dice: “Questo è quello che posso fare!”
Un ricatto morale pende sulla testa della vittima Derek, il quale per aver rifiutato Lisa, ha messo in pericolo la vita del figlioletto. Il regista preferisce un epilogo drammatico e tutto al femminile. Il giorno seguente, Sharon dopo aver portato il piccolo Kyle dai nonni, rientra in casa e sorprende Lisa sdraiata nel letto matrimoniale con una bottiglia di champagne. Rispetto al classico copione di stalking, un’altra differenza è nel modo in cui la stalker è messa a tacere. Il regista mette l’accento sull’incompetenza delle autorità, che avevano sottovalutato la pericolosità di Lisa proprio perché donna, e il fatto che la vittima è costretta a farsi giustizia da sola. Sharon, infatti, prende in mano la situazione. Le due vengono alle mani, e accidentalmente Lisa cade dalla soffitta dell’abitazione e muore per la caduta. Il regista opta per un finale tragico al femminile in cui la moglie diventa la Legge, incarna il “fallo” e riporta l’ordine nella triade familiare. Lisa, cade nel vuoto, la sua ossessione, l’ha resa psicologicamente fragile e condotta verso l’autodistruzione.
Dr.ssa Nerina Zarabara – nezredazione@gmail.com