Vignettopoli
Emanuele Corvetto ritorna con I sorrisi del male
La terza opera letteraria di Emanuele Corvetto, vede il giovane scrittore pugliese cimentarsi con una raccolta di brevi racconti, in cui mette a nudo il suo mondo interiore senza ipocrisie e sotterfugi. Il viaggio dell’Io di Emanuele è complesso, intricato, talvolta ambivalente.
Molti dei racconti sfuggono al controllo dell’Io, e manifestano una tensione libidica che tende a girovag are nei cassetti dell’anima. L’autore proietta aspetti del Sé in personaggi fantastici e irreali come né Il Cavaliere-Bonus Track oppure L’impero del male, nutre il lettore di allegorie medievali e gotiche, l’inquietudine e il cinismo hanno il predominio sulla scena.
Ma c’è anche un altro Ema nuele, il suo doppio che cammina nel mondo reale, osserva se stesso e gli altri, così il viaggio dell’Io si colora di tinte forti: il trauma della nascita in cui gioia e dolore si mescolano, rende indistinguibile l’uno e l’altro, l’amore di un padre e la sua disperazione né Aillof al Arebil, e la visione disincantata e cinica diventa la difesa dell’Io predominante né il bellissimo Popolare.
La linea narrativa scelta alterna con naturalezza prosa e racconto, un linguaggio personale e introspettivo che a volte sorprende il lettore per la sua razionalità. Chi scrive è guidato da un desiderio di liberare l’ansia creativa, il tema del viaggio e della scoperta ricorre in diversi racconti, di carattere relazionale, legato a un Altro che non vuole farsi scoprire se non parzialmente, e che l’Io narrante insegue in modo spasmodico.
La ricerca dell’amore, assume sfumature e volti diversi, è la lode all’amata, idealizzata e irraggiungibile e al tempo stesso il richiamo languido e sofferto, che scaturisce da un Io provato dall’elaborazione del lutto.
Parafrasando l’autore “Il vero senso del vivere è amare ed è così che ogni pensiero si tinge di aromi stupendi, frizzante evanescenza, ricami felici spergiuri della tristezza.” In questa frase si può sintetizzare l’essenza de I sorrisi del male, la scrittura dell’autore tende alla liberazione dell’Io, non indugia nell’espressione di Eros e Thanatos, ricerca lo scontro con l’Autorità che sia essa morale, religiosa o familiare, e la affronta senza timori. Il filo conduttore di questa visione cruda e disincantata è appunto l’amore per la vita stessa, il vero senso del vivere celato in queste pagine.
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