ASTROlogicando
2013, Maya ‘permettendo’.
Il mondo finirà? Il nostro mondo o anche tutto il resto? Tra poco? Mondo; il nostro pianeta. E’ molto probabile che il nostro pianeta si estingua, in un lasso di tempo, rapportato al tempo dell’universo, anche breve. Prima del 2013?
Noi siamo sospesi ad un filo che si potrebbe spezzare in ogni istante. Ecco, sul momento sul quale si può spezzare il filo è possibile “giocare”; fare previsioni, scommesse, calcoli. D’altra parte si tratta di capire il “senso” di certi calcoli e di certe date nelle pratiche di predizione e di previsione. E’ assai improbabile che da quando noi scriviamo, già dicembre, alla fine dell’anno, avvenga un cataclisma cosmico che annienti il nostro pianeta; i Maya, tuttavia, avrebbero indicato tale data come termine del “mondo”. Credo si tratti di capire come siano arrivati a questo numero per esprimere un concetto di fine, che in altri casi ha trovato altre espressioni. Possiamo dire che, finisca o non il mondo a questa data, per i Maya esso ha termine qui e dunque in qualche modo “termina”. In effetti, il nostro mondo “finisce”, è finito già tante volte e non ce ne siamo accorti o, o abbiamo dimenticato. Quando si parla della fine della “civiltà contadina” come l’ha drammaticamente descritta Pier Paolo Pisolini, si parla della fine di un mondo; quando il cristianesimo fece crollare l’impero romano, fu ancora un crollo che vide la sostituzione di un “mondo” ad un altro. E, ancora, il crollo dell’Impero Asburgico con la prima guerra mondiale e la fine dei valzer di Strauss. E il crollo del muro di Berlino? E chi l’aveva calcolato? Ma i Maya, non sono poi così remoti; nelle stanze riservate della finanza, non si fanno forse previsioni catastrofiche che sono la causa della “fine del mondo” di tanti piccoli “mondi” racchiusi fra le pareti domestiche e che si vedono svanire all’improvviso i risparmi di una vita? E non sono forse questi Maya finanziari a determinare il dirottamento del senso della fine su i Maya di tanto tempo fa? E non dimentichiamo forse, dopo tutto, che se anche effettivamente il pianeta rimarrà in piedi anche dopo il primo gennaio, lo rimarrà pieno di ferite, di inquinamento. Non possiamo forse noi atteggiarci a Maya, quando potremmo dire che gli Tsunami, certi terremoti, certi capricci meteorologici, sono segni di un pianeta che soffre e si ribella, se non addirittura agonizza? Il catastrofismo fa parte dell’indole umana, lo potremmo inquadrare in una certa forma di pessimismo. In effetti, se volessimo fare della psicologia spiccia potremmo dire che tutto questo ha a che fare con la morte e il rapporto con essa; più con la morte collettiva che con quella singolare. In fondo non ha qualcosa di consolatorio pensare che si muoia tutti insieme? J Derrida ha coniato l’espressione: “Ogni volta unica la fine del mondo” per la morte di ciascun individuo. In effetti, colui che muore porta via con sé almeno una – la sua- visione del mondo. E in effetti, qualcuno, singolarmente morirà entro il primo gennaio del 2013, non lo vedrà. Per lui i Maya avranno calcolato giusto e in effetti “quella” morte farà giusto quel calcolo. Noi, per scaramanzia andiamo a prendere una calcolatrice e facciamo un po’ di conto,
e anche un conto alla rovescio alla memoria di chi dicendo”mille e non più mille” tremava all’arrivo del secondo millennio, compresi tutti i computer che dovevano andare in tilt, fuori uso. Solo 12 anni fa! Solo? Un’eternità; la fine del mondo è più vicina, certo, gli andiamo incontro…..