
Vignettopoli
Accendi l’interruttore del flirt
L’estate è alle porte e con essa ha inizio quel periodo privilegiato dell’anno in cui il nostro cervello è maggiormente stimolato dalla luce del sole, produce vitamina D, e con la serotonina in crescita ci sentiamo meglio. Diversi studi suggeriscono che la sollecitazione del nostro cervello verso la luce del giorno, stimola le persone a uscire dalle mura di casa alla ricerca di un contatto interpersonale. I mass media definiscono forse a torto forse a ragione, l’estate come il periodo in cui le persone si innamorano di più, ci si lascia più andare all’istinto e si ha voglia di qualcosa di nuovo.
Tale istinto di esplorazione, si traduce il più delle volte nella ricerca di un nuovo partner, non vi è associazione più scontata o primitiva a seconda di come la si voglia intendere, ma sembra che l’“homo sapiens” quando sente l’esigenza di andare oltre, lo faccia (il più delle volte) intrattenendo nuove relazioni sentimentali. L’atto del flirtare è in genere il primo schema comportamentale che si attiva fra due sconosciuti attratti l’uno dall’altro. Il guru americano della psicologia del flirt, Jeffrey A. Hall (The Five Flirting Styles, Harlequin 2013) ha esaminato diversi campioni di uomini e donne in un’età compresa fra i 20 e i 40 anni, ciascuno rappresentativo di una modalità diversa di flirt. Ciò che è interessante, stile di flirt a parte, è che l’autore presenta il concetto di “interruttore del flirt” definendo le sue caratteristiche quando si trova sulla posizione “on” (switch on) oppure su quella “off” (switch off). Con “on” e “off” non si tratta semplicemente di essere accesi o spenti verso una persona, al contrario indica l’atteggiamento iniziale al flirt, l’essere o meno predisposti, comprendere o meno di essere l’oggetto di un flirt, lasciare che la nostra attenzione resti catturata senza riserve dal comportamento dell’interlocutore. Quando l’interruttore del flirt è su “on” significa che siamo più sensibili nel percepire l’attrazione dagli altri, maggiormente predisposti a comunicare interesse sessuale, in generale siamo più ricettivi e capaci di affascinare. I soggetti intervistati hanno espresso cosa vuol dire essere su “on” e i benefici piacevoli sull’autostima: << flirtare mi fa sentire come se avessi più personalità>>; << flirtare per me significa essere gentile e comunicativo, questo mi porta a ricevere più complimenti e ad apparire più attraente.>>.
Hall spiega che mantenere l’interruttore del flirt su “off” non deve essere considerato uno svantaggio comunicativo e nemmeno sinonimo di una autostima deficitaria, egli precisa che le persone su “off” sono socievoli e comunicative nella interazione interpersonale, solo che non prestano sufficiente attenzione al feedback che ricevono dagli altri. Le affermazioni degli intervistati sono interessanti perché sollecitano la sensazione che comunicare con l’altro sesso non deve implicare necessariamente l’atto del flirt: << il modo migliore per conoscere qualcuno è non pensare di farlo, quindi conversare e basta.>>; << essere off per me significa non sentirmi nervoso, sentirmi me stesso.>>. Quando l’interruttore del flirt è su “off”, le persone tendono a essere più consapevoli e attenti alle proprie emozioni, piuttosto che a quelle dell’altro. Sono viste come affabili e tendono a mettersi sulla difensiva, non si tratta come spiega Hall, di non essere bravi nel flirt, semplicemente non attivano subito la loro innata abilità nel flirtare. È importante auto osservare il proprio atteggiamento al flirt, il che non implica solamente voler conoscere qualcuno con secondi fini, ma coinvolge anche la disponibilità a farsi conoscere dall’altro. La spontaneità è fondamentale ma se non valutiamo la posizione del nostro interruttore, sarà difficile poi riconoscere le intenzioni reali delle persone con cui interagiamo, rischiando così di scambiare un atteggiamento amichevole o di circostanza in qualcosa di più. Allo stesso modo, sarebbe di aiuto allenarsi a individuare se l’atteggiamento dell’altro rimanda a una posizione “on” oppure “off”, onde evitare di costruire castelli in aria già nelle prime tappe di una comunicazione-flirt fra estranei. Questo è un po’ quello che accadeva a Gigi, la protagonista del film “La verità è che non gli piaci abbastanza”. Ad ogni primo appuntamento di carattere conoscitivo, lei manteneva la posizione del suo interruttore costantemente su “on” nella bramosa attesa e speranza che qualcuno si innamorasse di lei o la trovasse interessante, non prestava sufficiente attenzione allo stile comunicativo del suo interlocutore dando per scontato che anche quest’ultimo si trovasse nella medesima posizione. Cosa accadeva quindi? Gigi restava puntualmente delusa quando scopriva che l’ipotetico partner di turno, non ricambiava il flirt e quindi l’interesse per lei. Se volete accendere l’interruttore del flirt, ricordate di scegliere il giusto switch!