Vignettopoli
Amatrice: la storia di Scugnizzo
E in una notte di mezza estate, nel sonno profondo, mi sono sentita scaraventare con tutto il letto addosso alla parete della camera; siamo schizzati tutti giù per le scale e usciti di casa: 3 cani e 5 gatti. Il panico di tutti e le urla della gente mi spaventavano, dicevano che Amatrice non esisteva più, che erano tutti morti (io vivo a 3km da Amatrice), era buio, la gente scappava via con le loro macchine ma per loro, erano tutte seconde case, per me no. I miei animali terrorizzati non capivano e nemmeno io… poi un miagolio, lo vedo spuntare dai cespugli, correre verso il cancello di casa. Scugnizzo era corso dalla sua mamma, si sono leccati. I giorni passavano ormai ero solo io e i miei animali, che chiamerò ‘famiglia’, perché è quello che sono per me. Entravo solo per i miei cani, per dar loro da mangiare, coccolarli ma poi restavo fuori e i gatti inseparabili, con me; un giorno però notai l’assenza prolungata di Scugnizzo. I gatti sono liberi, tranquilli entrano ed escono di casa a loro piacimento e non si allontanano, passano i giorni ma di Scugnizzo nessuna traccia, non lo avevo trovato morto e comunque, non era in zona, proprio perché nel silenzio di quei posti e l’udito molto più sviluppato del nostro, mi metteva nelle condizioni di poterlo chiamare e farmi sentire da lui, che arrivava puntualmente.
Scugnizzo lo sentivi perché rispondeva al mio richiamo miagolando e invece quel silenzio era ancora più tetro; avevo sentito dire che c’erano dei volontari che si aggiravano per le frazioni cercando di prestare soccorso agli animali soli e malandati, Scugnizzo non era né solo e tanto meno malandato ma cominciai a far girare la foto e qualche giorno, ecco che arriva una telefonata inaspettata e niente di meno che da Roma.
“Signora” mi dicono “siamo della LAV di Roma e volevamo avvisarla che abbiamo noi il suo gatto”. Resto basita! Chiedo, come avesse fatto Scugnizzo ad arrivare, da Amatrice, fino da loro. Mi spiegano che la persona che lo aveva segnalato, pensava fosse un gatto randagio. Andai su tutte le furie. Il mio Scugnizzo è un gatto ben tenuto non è possibile scambiarlo per un gatto randagio, inoltre, ha il pelo lungo e ben curato, sembra di razza. Ero arrabbiata perché chi lo aveva segnalato abitava una curva e mezza più sotto della mi casa e non aveva nemmeno provato a far girare la voce nella piccola zona dove mi trovo, dove una voce corre veloce, tanto siamo pochi. La mia preoccupazione andava oltre, proprio perché Scugnizzo era ben tenuto e poteva tranquillamente essere scambiato per un gatto di razza e portarselo via, lontano dalla sua casa, la sua famiglia, sua mamma. Arrivata la foto che mi era stata promessa per l’identificazione del mio gatto, rimango delusa. Non mi sembrava lui, gli occhi sgranati, spiritati; lo tenevano in braccio e faticavo a riconoscere il suo pelo. I volontari della LaV, mi dissero che se non ero sicura, era inutile che mi portassero il gatto ad Amatrice, così, prima di abbandonare del tutto l’impresa del riconoscimento, mi chiesero se il gatto aveva qualcosa di particolare, affinché si potesse riconoscere e confermarne l’identità. A questo punto mi venne in mente che quando lo chiamavo per nome lui mi rispondeva miagolando. Mi salutarono per poi farsi risentire, di li a poco e mi dissero che effettivamente il gatto quando lo chiamavano con il suo nome, rispondeva miagolando. La ragazza che si prese l’onere di fare la prova aveva una voce dolce, si avvertiva che era contenta di essere riuscito a identificarlo con quello stratagemma. Ci mettemmo d’accordo per la restituzione di Scugnizzo. Ci sarebbero voluti ancora alcuni giorni ma ero felice il mio Scugnizzo stava per tornare a casa insieme a lei. All’arrivo, oltre a Scugnizzo, mi portarono cibo per cani e gatti, li microcipparono e ci ripresero anche in TV. Era bello poterlo riabbracciare e la commozione di Federica nel riconsegnarmelo, mi fece comprendere che aveva avuto fortuna Scugnizzo, ad avere a che fare con lei.
Federica è la ragazza della LaV con la quale avevo più volte parlato ma la cosa ancora più bella ed indimenticabile per me è stata mettere Scugnizzo a terra e vederlo avviarsi frettolosamente verso casa; una volta giunto lì, nel giardino, si sdraiò per terra e cominciò a rotolarsi sul prato e per togliersi di fosso ciò che non gli apparteneva, riprendersi gli odori del suo mondo, quello della terra da cui era stato superficialmente allontanato, dando la sensazione che volesse comunicarci “ FINALMENTE SONO TORNATO A CASA!” …e noi, tutti li ad accoglierlo con l’amore di sempre. Eravamo tornati ad essere UNA FAMIGLIA.
Ci tengo a precisare che ho poi capito il gesto della ragazza che lo aveva segnalato come gatto randagio, in fondo voleva solo fargli del bene.
E’ passato poco più di un anno, la terra trema ancora ma noi, siamo ancora lì con Scugnizzo che vaga per le sue montagne pronto a correre a casa ad ogni richiamo. Federica la porto nel cuore perché mi ha riportato Scugnì e per la sua genuinità quando me lo restituì.
GRAZIE LAV PER QUELLO CHE FATE. CONSIDERO GLI ANIMALI TUTTI, LA PARTE MIGLIORE DI NOI. LORO SONO DEGLI ETERNI BAMBINI ECCO PERCHE RESTANO SEMPRE VERI E PURI, PROPRIO COME LO SONO I BAMBINI.
Oggi la famigliola è cambiata. Il gatto ‘Miele’ nn c’è più, nel frattempo è arrivata Yuma, il cane bianco grande ma non credo se ne accorgeranno….
Buon Natale a loto e a tutti voi!