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L’ingannevole retorica dell’eroismo
“Una persona è un eroe, quando il suo intervento non apporta un danno, a bambini, donne e uomini innocenti.” (leeza.2022)
L’invasione russa dell’Ucraina, ha acceso un conflitto, in una zona geografica delicata, che per i più esperti potrebbe durare a lungo. La diplomazia ha fallito miserevolmente con i più autorevoli capi di stato, con gaffe e cadute di stile e anziché trovare una soluzione, foraggia in armi e non solo in beni di prima necessità, la parte invasa. Ci sediamo sul divano, bolliamo il pensiero guerrafondaio e poi, armiamo gli oppressi, non quattro pistole e una fionda ma armi tattiche, missili e affini.
La comunicazione, l’ape regina del potere in Occidente, nei momenti di grande conflittualità tra gli stati, fa dei distinguo autorevoli ma non per questo persegue la logica.
La narrazione dell’Occidente, dove l’eroismo diffuso dai media, mostra un Europa mossa da principi libertari, non tiene conto del pericolo che si sta correndo. L’infrangersi di equilibri tra le potenze mondiali, la spocchia con cui si portano avanti determinate scelte ‘partigiane’, non presagiscono l’allontanarsi di una III Guerra Mondiale.
Non esiste che ci si schieri con l’aggressore ma nemmeno, dare per partito preso che gli italiani/europei, siano coesi con tutte quelle scelte che stanno impoverendo il mondo e mandando all’aria l’Europa.
Ma siamo davvero sicuri che se facessimo un sondaggio a livello europeo, la gente sceglierebbe di alimentare la guerra o vorrebbe solo portare avanti la linea diplomatica?
- VIA
- nicdam
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