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€.28.000: LA VERITA’ “PAGA” SEMPRE!
Una notizia, che sia bella o brutta, dipende sempre da chi la legge. Ma soprattutto, una notizia deve essere sempre e comunque verificata, sebbene a causa delle Faq news, che tutti abbiamo certificato, troppo vagabondi per andare a verificare, unico dovere del giornalista. Figuriamoci di una testata regolarmente registrata in Tribunale. Il twitter del Sen. Matteo Renzi, per noi, ha avuto un gran valore, proprio perché quando si tratta di dargli addosso, non ci pensano, ne uno, ne due e ne tre, a farlo.
Fermo restando che, l’Ordine dei Giornalisti, dovrebbe, in questi casi, mostrarsi di più e far sentire la sua voce e nonostante si sia un giornale di attualità ed intrattenimento, ci piace pensare di fare la cosa giusta. Ci era piaciuto molto ai tempi della sua uscita, con un partito nelle mani che aveva raccolto il 41% dei consensi e consegnava al Paese, una rigenerazione che proprio non ci si aspettava. L’invidia fece il resto ed oggi, ci troviamo a dover fare i conti con un segretario che ha a cuore i diritti di pochi ma è segretario di tutti. Nessuno si sente più rappresentato ed anche noi, non sappiamo più che santi cercare, per riuscire a comprendere chi sia la coalizione che ascolta il Paese in forte sofferenza: economica, identitaria e politica. Ma veniamo al messaggio su Twitter, di Matteo Renzi.
“Non trovate su nessun giornale la notizia della condanna di Maurizio Belpietro, Giacomo Amadori e del quotidiano La Verità. Ieri questi giornalisti sono stati condannati a pagare 28.000€ per diffamazione nei confronti dei miei genitori. Ventottomila euro, una bella cifra. Non è la prima condanna per diffamazione, non sarà l’ultima. Ma mi colpisce che quando c’è un avviso di garanzia a mio padre, ci si aprono i quotidiani. Quando qualche quotidiano viene condannato per diffamazione non ne parla nessuno. Nessuno. Strano, vero?”
La nostra speranza è che la gente ricominci a valutare le vicende con la propria testa e non con quella degli altri. Essere intellettualmente onesti, non significa sposare una causa diversa da quella che si persegue, ma essere consapevoli di cosa è giusto e di cosa non lo è.
- VIA
- nicdamiano
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