Costume & Società
La strage degli innocenti
Non so voi, ma chi ha avuto modo di seguire la trasmissione di Lilly Gruber, “otto e mezzo” dove il Ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, si è prestato alle domande di due giornalisti esperti, non me lo fa affermare con convinzione il mio “buongiorno”. Domande chiare, esaustive, sono state fatte ma la sensazione che si è avuto, è stata sempre la stessa: vincere, vincere e che i morti, sempre per ciò che si è compreso dalle risposte di Kuleba, sono solo un effetto collaterale. Travaglio, al solito, è stato chiaro, determinato e senza troppi fronzoli a contorno, con le sue domande che quasi nessuno si azzarda a fare, ha ricevuto risposte vaghe e poco confacenti a quello che dovrebbe essere un Ministro degli Esteri, ovvero, il portavoce con il mondo, della sua nazione. La guerra che gli ucraini stanno subendo, per opera di un oppressore che mostra coler dare qualche passettino in direzione negoziati, procede a rilento, fa molte vittime, dettagliate quando si tratta di russi, meno, per il popolo ucraino. Le tante richieste ribadite a gran voce da Zelensky a Europa, Inghilterra e America, affinché il popolo sia rifornito di armi, nulla trapela, nemmeno per sbaglio, sulla Pace, tranne che sarà presa in considerazione dopo aver vinto la guerra. Al test fatto al loro popolo, secondo Kuleva, su quanto potrebbe durare la guerra, loro risposta è stata “lunga”. Che il concetto di Pace debba essere esportato in tutte le menti, è fondamentale ma quello che si ha compreso è che c’è tutto, tranne la voglia di negoziare la Pace, da parte di Zelensky, mentre da Putin, qualcosina si è mosso, in tal senso, il 16 giugno [n.d.r.], dicendosi aperti al dialogo con chiunque volesse parlare di Pace. Consiglio la visione dell’intervista a Dmytri del 26 giugno su La7 nel salotto serale, di Lilly Gruber, invitando le persone a farsi due conti nella testa, visto l’indebitamento italiano che ha toccato altezze incredibili nei confronti dell’Europa, cosa ci potrà portare di peggio, che ancora non si sia saggiato?
Se la guerra dovesse durare a “lungo”, probabilmente, non saranno più le bollette della luce e gas a lievitare, i nostri soldi, i primi a sparire e gli effetti “collaterali”, saranno i nostri figli, sempre che a qualche bel tempone, non sfiori l’idea di lanciare qualche bomba sporca, sull’Europa, l’Inghilterra e l’America.
Ma se tutti consideriamo il Referendum, l’unico strumento che risponde con la “voce” della gente, dato che i politici continuano a fare la loro strada, già piastrellata da Draghi, perché non ne facciamo uno, proprio su questa guerra?
Ricordiamo che, c’è la richiesta dell’Ucraina di entrare in Europa ma non è in Europa. C’è una procedura che non piò essere disattesa, però lo fanno. Come Europa, non dovremmo nemmeno prendere in considerazione la richiesta di armi dell’Ucraina, in Primis, ma soprattutto, le nazioni che formano la U.E. hanno ben chiarito nelle loro Costituzioni, il NO deciso alla guerra, a causa di un passato subito e fatto subire e di cui ci si vergogna tutti (così dovrebbe essere!?).
Mettiamo a parte gli italiani di tutti i *pro e i contro e poi, chiediamo se voglio la guerra?
I pro, li conosciamo già ma nessuno ce li racconta, per filo e per segno: Pace, Libertà e un territorio dove poter far AFFARI con la ricostruzione, a 360°. Aiuto imprescindibile all’ Ucraina in armi e sostegno economico, difatti, dall’inizio della guerra, il nostro Paese, ha inviato sei pacchetti di armi e mezzi militari all’Ucraina: i primi cinque approvati dal Governo di Mario Draghi, l’ultimo, dal Premier Giorgia Meloni. Il primo invio è stato stabilito con un decreto del Ministero dell’Interno del 2 marzo 2022. In moneta sonante, sono 800, i milioni di euro stimati, in febbraio 2023, il costo stimato per l’Italia sull’invio di armi a Zelensky. Questo è quanto riporta l’Osservatorio Mil€x , organismo preposto alla monitoraggio delle spese militari, costo riveduto e corretto alle stime previste a dicembre 2022 [n.d.r.].
*Contro: 1 minuto per ricevere sulle nostre teste un missile impossibile da profilare, perché invisibili e tecnologia che hanno solo i russi, la potenza è nota.
Recessione, al galoppo. Il PIL (prodotto interno lordo) è l’unico riferimento per monitorare da noi, in che condizioni siamo, rispetto all’economia interna e al debito che si attanaglia, verso l’Europa. Sorprende questo aumento di PIL che fino a l’altro ieri, versava in condizioni pietose. Difatti, durante una recessione economica, il PIL diminuisce, ciò significa che il paese produce meno beni e servizi. Non dimentichiamo la crisi finanziaria, che la Christine Lagarde continua a ricordarci, aumentando continuamenti i tassi di interesse e rendendo carissimo il costo del denaro.
Nel 2021 il Pil (in volume) è in aumento del 6,6% rispetto al 2020, il rapporto deficit/Pil è pari a -7,2%.
Confermata la flesssione dell’8,9% determinata dal calo della domanda interna. Il deficit peggiora al 9,6% e il debito si attesta al 155,6%. La pressione fiscale sale al 42,8% ( dati Istat)
- VIA
- nicdamiano
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