Cinema & Spettacolo
IO CAPITANO: VINCONO TUTTI, TRANNE I GIOVANI ATTORI
Roma. Il film “Io Capitano” del regista Matteo Garrone, ha scippato- per modo di dire- ma visto che non era riuscito a bucare la premiazione dell’Oscar 2024, ecco, che siamo andati in soccorso al film dalla tematica forte, per la quale non si fa mai abbastanza. Anche in questo caso, delusione. Una goccia nel mare dei problemi generati da un movimento di persone che, tendono a muoversi verso la vita, la sopravvivenza e per non incontrare la morte. Una tematica, che paga sempre ma non abbastanza, una goccia in mezzo al mare dell’indifferenza globale dei governanti che agiscono sempre all’ultimo minuto ma non risolvono quasi mai.
“Io Capitano”, ha vinto, il premio come Miglior Film al David di Donatello 2024 ed altre sei statuette. Il film sulla vita di due ragazzi del Senegal, alle prese con le traversie che si devono affrontare per raggiungere una terra di sopravvivenza. Dal miglior film, alla Regia, al miglior produttore, miglior autore della fotografia, inoltre, il miglior suono, montaggio e i migliori effetti visivi VFX4.
I due ragazzi senegalesi, interpretati da Seydou Sarr, al suo debutto cinematografico in “Io Capitano”, che si è aggiudicato a Venezia il Premio Marcello Mastroianni; Moustapha Fall, interpretazione magistrale che ha dato volto e vita, alla disperazione mista a speranza, che porta dentro di sé, chi fugge dai territori martoriati da guerre fame e nessuna democrazia.
Il David di Donatello, ha premiato il film di Matteo Garrone, un bel compitino, che tutti hanno eseguito al meglio, tranne due: Seydou Sarr e Moustapha Fall, i fuggitivi/protagonisti, nonostante le lodi alle loro “performance” recitative. Nessun Davi in quella direzione.
Una statuetta deludente che non premia i veri protagonisti, seppur siano riusciti a trasmettere le vicende umane di cui sono vittime, ogni anno, le migliaia di persone che giungono sulle nostre coste.
Un bel film ma dal risultato incompleto “Io Capitano”, come lo sono gli “interventi” che le nazioni adottano, con riferimento ad un problema che è ormai da considerare, globale e del quale siamo siamo inermi spettatori da troppo tempo.
Il film si fregia di non aver sposato nel racconto una facile retorica, però, quello che si evince, è un bel film, la scarsa considerazione del problema trattato, dalla giuria, che avrebbero potuto, con un premio speciale ai giovani attori senegalesi, bussare un messaggio che ha bisogno di essere letto in chiaro. E’ stato premiato un buon “componimento” ma il cinema deve fare di più, ha una funzione importante, che non è quella di aggiudicarsi il primo premio ma di veicolare le esperienze dei popoli, attraverso la pellicola. Il cinema, deve servire a svegliare gli animi, facendo si, che il velo di indifferenza, ipocrisia, calato da una società che insegue immagine, premi e lusinghe, volta perennemente al marketing più sfrenato, si sollevi.
- VIA
- Kika Martini
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