Janeleggedinotte
La forma dell’acqua
La forma dell’acqua ( 2018,Daniel Kras, Guillermo del Toro)
Per quale motivo una donna qualsiasi, che fa le pulizie in un centro di ricerca militare, dovrebbe essere la protagonista di un romanzo con tanto di spie russe e segreti biotecnologici? Perché come spiega questo bellissimo romanzo, le donne sono importanti.
Elisa è muta sin dalla giovane età ed è un’emarginata, fragile ma orgogliosa al tempo stesso, si accontenta di fare le pulizie all’OCCAM, un luogo oscuro, pieno di segreti e di musi lunghi. Elisa è diversa dagli altri, sotto la sua divisa grigia di servizio indossa delle scarpe alla moda, scintillanti e briose, ostenta una dignità tutta femminile ed ha buon cuore. Il suo eloquio avviene con il linguaggio dei segni, le sue mani aggraziate e leggere parlano una lingua universale, e sanno leggere dentro l’anima. Questo romanzo che ho “incontrato” dopo aver visto il pluripremiato e omonimo film di Guillermo del Toro, descrive la storia d’amore fra una donna delle pulizie e un uomo -pesce catturato dal governo americano durante una spedizione in Amazzonia, il Deus Branquia prelevato nella regione dell’affluente Tapajos, rappresenta una risorsa militare importante, o così almeno spera il generale Strickland l’artefice di questa cattura.
Il legame particolare fra la donna e la misteriosa creatura, che si lascia avvicinare con un semplice uovo sodo, è rivelatore di un’apertura al cambiamento, molto audace e che secondo la mia analisi richiama la famosa mela offerta da Eva ad Adamo. Quel gesto nella sua semplicità offre secondo gli antichi testi, l’incipit della esistenza degli esseri umani. Quel cedimento di Adamo fu fatale, ne La forma dell’acqua non posso non notare questo parallelismo, Elisa offre un uovo all’uomo-pesce, lo tenta così. Lui si avvicina e accetta la gentile offerta. Da questo momento in poi, cadono le barriere fra umano e non umano, Elisa e l’uomo branquia si avvicinano prima con il linguaggio dei segni che quest’ultimo apprende in pochissimo tempo e poi con il corpo. Esattamente come Eva e Adamo, anche Elisa e l’uomo branquia fanno l’amore e innescano, sempre nell’ottica del romanzo, la possibilità di una nuova specie. Ma come dicevo, l’uomo branquia è una risorsa militare e il sadico e frustrato generale Strickland, che nella sua anamnesi narrativa è presentato come un uomo crudele e violento, provato dalla spedizione in Amazzonia, sofferente di allucinazioni visive e uditive. Fino all’ultimo cercherà di ostacolare questa nuova “forma” di amore.
Il senso di questo libro, non è esclusivamente racchiuso nella storia d’amore di Elisa con l’uomo-pesce, esso rappresenta un manifesto al coraggio delle donne, di qualsiasi estrazione sociale. Elisa e Zelda hanno storie personali molto diverse, Elisa è sempre stata sfruttata dagli uomini e non si è mai sentita amata, per questo ha scelto la solitudine, Zelda, la sua migliore amica è vittima di un matrimonio sepolto sotto la cenere della routine, con un marito tale Brewster che al lavoro preferisce la siesta sul divano con tanto di birra. E poi c’è Laine, la moglie di Strikland, madre di due figli, che desidera sentirsi utile, il ferro da stiro Westinghouse di ultima generazione non le basta più. Come una collana di perle, ciascuna è legata all’altra, e l’amore di Elisa per l’uomo branquia, il coraggio di prendere e andare, di darsi alla fuga con lui, con tanto di esercito al seguito, permette inconsciamente anche alle altre protagoniste di dare a sé stesse l’opportunità di essere felici. Elisa fugge, Elaine dopo che il marito l’ha maltrattata fisicamente per aver scoperto che lavorava di nascosto, riempie le valigie e scappa con i bambini dentro un taxi verso una nuova meta. Perfino Zelda succube di un marito vagabondo e opportunista pur di difendere la sua amica, riesce a tenergli testa.
Consigliato a chi ha delle scimmie che gli urlano nella testa come il cattivo Strickland, a chi desidera liberarsi di un matrimonio infelice e soprattutto a chi crede nell’amore nel senso più universale e ingenuo del termine, quello delle favole e del lieto fine nonostante tutto.
- VIA
- Nerina Elena
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